Tela lunga mezzo chilometro l'hanno dipinta in seicento
Chissà se entreranno nel Guinness dei primati i cinquecento metri
di tela dipinta, esposti, o meglio, srotolati nel salone al pianterreno
del Castello di Vinovo, e nel giardino antistante. Singolare opera questa
di seicento autori anonimi (poche le firme), bambini per lo più,
che hanno avuto la possibilità di illustrare le loro fantasie,
sogni, incubi con l'ausilio di pennelli e colori.
Singolare e curiosa perché coautore può essere ognuno di
noi. Basta recarsi sul posto e raccontare visivamente e cromaticamente
con gli strumenti messi a disposizione, il proprio mondo. Non importa
essere pittori di talento o affermati, è sufficiente avere emozioni
da manifestare, al resto provvedono pennelli e colori.
E' nata tre anni fa l'idea di dar vita all'opera pittorica forse più
lunga del mondo.
Claudio Cimolino, 33 anni, artigiano del cuoio, aveva ricevuto in regalo
da un amico il telone di 500 metri, residuo invenduto di una fabbrica.
Che cosa farne? "Ho pensato ci racconta - di metterla a disposizione
del bagnanti di Diano Marina, un po' per provocazione, un po' per curiosità
culturale. Ognuno avrebbe potuto imbrattarla, colori e pennelli li mettevo
a disposizione io.
Le reazioni sono state superiori alle previsioni, c'era la fila di gente
disposte a raccontare per immagini emozioni, paure, dolcezze, sogni.
Da Diano Marina, Cimolino e la moglie si sono trasferiti d'estate a Sanremo,
a Milano alla ricerca di anonimi illustratori. Le centinaia di metri di
tela hanno continuato a tingersi di colori e da domenica sono "aperte"
al pubblico nell'area del Castello di Vinovo, In due giorni si sono aggiunte
altre scene e si ritiene che entro la data di chiusura, domenica prossima,
i rimanenti "metri" di tela bianca (né rimangono un'ottantina)
saranno riempiti.
E poi? "Poi se qualcuno mi aiuta aggiungerò - dice Cimolino
- altre centinaia di metri. E' mia intenzione farne una mostra itinerante
da portare in tutta Europa e nel mondo. Ben vengano anche i pittori dalle
firme illustri anche se l'espressività dei bambini è impareggiabile."
Il suo vuol essere un messaggio di fiducia e d'amore rivolto all' umanità.
Non gli interessa sapere se questo messaggio colorato di speranza potrà
essere classificato tra le opere d'arte con la "a" maiuscola.
"L'importante è che la gente capisca questo messaggio e provi
emozioni al vedere questa pellicola di tela".
La Stampa 12 settembre 1984
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